Del portiere si dice spesso che è il calciatore più solo. E per un lungo periodo, è stato anche quello meno considerato, al punto che per oltre 70 anni dopo la codifica del calcio sono pochissimi gli estremi difensori che sono passati alla storia. È solo dagli anni Trenta del XX secolo che il portiere comincia a essere riconosciuto come un calciatore in grado di fare davvero la differenza nelle fortuna di una squadra.

E in quel decennio la grande rivalità è tra due esponenti della scuola latina, ovvero Giampiero Combi e Ricardo Zamora.

L’azzurro e lo spagnolo, entrambi capitani delle rispettive nazionali, si incrociano persino ai Mondiali 1934, per una foto che resta iconica per la storia del ruolo. Combi in carriera vince da protagonista proprio quella Coppa del Mondo, oltre a 5 campionati con la Juventus, mentre Zamora colleziona trofei sia al Barcellona che al Real Madrid, oltre ad avere intitolato il trofeo che la Liga assegna al miglior portiere della stagione.

A chiudere il tris c’è il cecoslovacco František Plánička, che nella classifica dei migliori estremi difensori del XX secolo è arrivato nono.

Tra anni Quaranta e la metà dei Cinquanta non emerge nessun talento particolare, ma poi arrivano due portieri destinati a entrare nella leggenda.

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YASHIN L'UNICO A VINCERE IL PALLONE D'ORO

Il primo, per precocità di esordio, è Lev Jašin. Per descrivere il sovietico, basterebbe dire che è stato l’unico portiere in grado di vincere il Pallone d’Oro (nell’edizione 1963) e che il premio per gli estremi difensori assegnato da France Football è intitolato a lui.

Yashin

Soprannominato il “Ragno Nero” per il colore della sua maglia, Jašin è considerato da molti il miglior portiere di sempre e, oltre ai titoli conquistati in patria con la Dinamo Mosca, ha vinto con la nazionale sovietica l’oro olimpico a Melbourne del 1956 e gli Europei del 1964, oltre a essere forse il primo nel suo ruolo a estendere i suoi compiti fuori dall’area di rigore, diventando una sorta di libero aggiunto.

Portiere più tradizionale ma certamente altrettanto importante è l’inglese Gordon Banks, campione del mondo con i Tre Leoni nel 1966 e che nella classifica dei migliori del XX secolo è arrivato dietro solo a Jašin. Per Banks c’è anche da ricordare la pazzesca parata su Pelè ai Mondiali del 1970, quando l’inglese, con un colpo di reni incredibile, devia sopra la traversa un colpo di testa a colpo sicuro di O Rei, che ritiene quella parata la migliore di tutti i tempi.

IL MITO DI DINO ZOFF

A metà anni Sessanta inizia anche la carriera di Josef “Sepp” Maier, portiere della nazionale tedesca dell’Ovest campione d’Europa nel 1972 e del Mondo nel 1974, nonché estremo difensore del Bayern Monaco pigliatutto di Franz Beckenbauer e Gerd Müller.

Soprannominato “Il Gatto” per la sua incredibile agilità, Maier ha scritto pagine importanti del ruolo in campo, ma non solo. È infatti stato lui, assieme all’azienda italiana Reusch, a sviluppare il primo paio di moderni guanti da portiere con palmo il lattice, che hanno rivoluzionato la storia dei numeri uno.

E sempre in quel periodo comincia a farsi notare un monumento del calcio italiano e mondiale, ovvero Dino Zoff. Il friulano emerge a metà anni Sessanta, ma la sua lunghissima carriera lo terrà sulla cresta dell’onda per tutti i Settanta e fino al 1983, con il ritiro arrivato a 41 anni.

DINO ZOFF DECISIVO NEL 1982

Per DinoMito parlano i numeri: secondo posto nel Pallone d’Oro 1973, ma soprattutto i trofei vinti con la Juventus (6 scudetti e una Coppa UEFA) e con la nazionale italiana, visto che è l’unico calciatore azzurro ad aver vinto sia l’Europeo (1968) che il Mondiale (1982, da protagonista e capitano, nonostante i 40 anni già compiuti).

Zoff ha anche la striscia di imbattibilità più lunga nella storia delle nazionali, ben 1142 minuti consecutivi con l’Italia senza subire gol. 

LA CARRIERA INFINITA DI PETER SHILTON

A proposito di carriere infinite, impossibile non menzionare un’altra leggenda come Peter Shilton. L’inglese esordisce nel 1966 e appende gli scarpini al chiodo nel 1997, a 49 anni. Per lui tre Mondiali disputati con la maglia dell’Inghilterra (nonostante l’esordio iridato a 33 anni!), ma soprattutto ben 1.390 partite ufficiali tra club e nazionali, primato di sempre a livello mondiale.

A livello di club Shilton non ha vinto moltissimo, se si esclude il periodo d’oro del Nottingham Forest di Brian Clough, di cui era la saracinesca, con un campionato inglese e ben due Coppe dei Campioni consecutive, giustificando il suo inserimento nelle classifica dei migliori portieri del XX secolo.

Shilton a difesa dei pali del Forest!

Per chiudere il secolo non si può non menzionare Peter Schmeichel.

Il danese è stato la colonna del Manchester United di Sir Alex Ferguson (vincendo cinque volte la Premier League e il Treble nel 1999), ma anche della sua nazionale, trascinata, da assoluta outsider per le scommesse calcio, alla vittoria agli Europei nel 1992.

Nonostante un fisico imponente, lo scandinavo aveva un’agilità fuori dal comune e anche una certa confidenza con il gol, avendone segnati più di 10 in carriera.

I PORTIERI DEL CALCIO MODERNO

A cavallo del nuovo millennio si affermano nuovi miti del ruolo. Il primo è il tedesco Oliver Kahn, estremo difensore della Mannschaft e del Bayern Monaco. Soprannominato Der Titan (il Titano), il teutonico è forse l’ultimo grandissimo portiere vecchia scuola, poco propenso alla costruzione del gioco con i piedi e alle uscite spericolate da libero, ma insuperabile tra i pali.

A metà anni Novanta esordisce anche quello che probabilmente insidia Jašin per il titolo di migliore di sempre: Gianluigi Buffon. SuperGigi comincia giovanissimo la carriera a Parma, per poi diventare una leggenda alla Juventus, con cui vince praticamente tutto, facendosi sfuggire solo la Champions League.

Per lui la soddisfazione più grande è il Mondiale 2006, in cui subisce appena due reti, un autogol e un calcio di rigore, risultando decisivo in finale su Zinedine Zidane.

Le prestazioni in azzurro gli fanno sfiorare il Pallone d’Oro e, sommate ai quasi vent’anni in bianconero e a una carriera durata quasi trent’anni, valgono all'attuale capodelegazione azzurro il riconoscimento di miglior portiere italiano di sempre, a cui aggiungere il primato di presenze in azzurro (176).

GLI ESTREMI DIFENSORI CHE HANNO VINTO DI PIÙ

Per chiudere la carrellata, ci sono almeno un paio di portieri del XXI secolo che certamente meritano di essere inseriti tra i migliori di sempre. Il primo è lo spagnolo Iker Casillas, che viene lanciato giovanissimo dal Real Madrid nel 1999 e si tiene il posto per 15 anni, vincendo con i Blancos cinque volte la Liga e tre la Champions League.

Non gli sono mancati i successi neanche con le Furie Rosse, considerando che ha vinto da capitano due volte gli Europei (2008 e 2012) e una Coppa del Mondo (2010).

Il secondo invece è ancora in attività, ma non serve certo attendere il suo ritiro per stabilire che Manuel Neuer è tra i migliori estremi difensori della storia. Il tedesco ha vinto da grandissimo protagonista tutto il possibile con il Bayern Monaco (portando a casa due volte il Triplete) e ha messo le sue mani anche sulla Coppa del Mondo 2014 vinta dalla Mannschaft.

Ma soprattutto ha innovato il ruolo, diventando il prototipo del portiere moderno, partecipando alla costruzione del gioco e alzando il suo raggio d’azione fino addirittura al centrocampo, un qualcosa che dopo di lui parecchi colleghi hanno cominciato a fare.

E per quelli più recenti? Tra i candidati a un posto nell’Olimpo ci sono certamente il belga Thibaut Courtois e il brasiliano Alisson, sempre tra i favoriti delle scommesse sportive, sia con i club che con le rispettive nazionali.

Ma sarà il resto della loro carriera a stabilire se meritano di rientrare in questa ristrettissima cerchia...

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.
 

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