IL MANTOVA DI NUOVO IN SERIE B
Nella stagione 2024/25 la Serie B ritrova un club che ha scritto la storia del pallone italiano: dopo quattordici anni torna nella categoria cadetta il Mantova.
Nei suoi oltre 100 anni di storia la società lombarda ha visto un continuo alternarsi di momenti di grandezza e crolli, sportivi e finanziari.
A partire dalla metà degli anni Cinquanta si afferma il mito del “Piccolo Brasile”, con i biancorossi che cominciano una scalata clamorosa che li porterà nella stagione 1961/62 a esordire in Serie A, grazie a un duo leggendario composto da Edmondo Fabbri in panchina e Italo Allodi prima in campo e poi dietro una scrivania.
Per tutti gli anni Sessanta il Mantova è una presenza quasi fissa nel massimo campionato, nonostante una retrocessione con immediata risalita, e in quel periodo vestono la maglia biancorossa campionissimi come Dino Zoff, Angelo Sormani e Karl-Heinz Schnellinger.
L’ultimo dei sette tornei di Serie A disputati dal club è datato stagione 1971/72, seguito da una doppia retrocessione e da oltre un ventennio passato tra C1 e C2, prima del fallimento del 1994.
Dalle ceneri rinasce un nuovo Mantova, in grado di tornare in B dopo dieci anni e di sfiorare l’impresa, perdendo la finale dei play-off nel 2006. Poi però sono arrivati altri due fallimenti (2010 e 2017), fino a giungere alle stagioni recenti, con la presidenza di Filippo Piccoli e il tanto meritato ritorno tra i cadetti.
IL CALCIOMERCATO 2024 DEL MANTOVA
Come spesso accade alle neopromosse, i virgiliani non hanno fatto rivoluzioni eccessive, preferendo affidarsi alla rosa che ha vinto il girone B della Serie C nella scorsa stagione.
Dunque, saldo in parità tra trasferimenti in entrata e in uscita (9 in entrambi i casi), con la bilancia che pende leggermente dalla parte delle uscite, con 170mila euro spesi per gli acquisti contro lo zero ricavato dalle cessioni.
L’unico calciatore il cui cartellino sia costato qualcosa è il trequartista Francesco Ruocco, pagato 170mila euro alla Torres.
Per il resto, tutte operazioni a costo zero, tra l’arrivo in prestito di Mattia Aramu dal Genoa e quelli definitivi di calciatori che hanno conosciuto la Serie A come Leonardo Mancuso (svincolato dal Monza) e Matteo Solini (proveniente dal Como) o di giovani dal potenziale importante, come Federico Artioli (ex Sassuolo), Stefano Cella (dall’Ancona) o Davide Bragantini (Verona).
Per quanto riguarda le cessioni, tutti i calciatori che hanno lasciato lo stadio Danilo Martelli lo hanno fatto gratis, a partire da Stefano Giacomelli, che ha optato per lo svincolo, per continuare con altri come Alessio Napoli, Gaetano Monachello o Francesco Bombagi, tutti comunque rimasti in Serie C invece di seguire il Mantova nella sua ascesa nella categoria superiore.
IL MONTE INGAGGI DEL MANTOVA
Visto che non ci sono stati troppi cambiamenti rispetto alla scorsa stagione, logico dunque che il monte ingaggi del Mantova sia quello di una società tra quelle che spendono abbastanza in C.
Già, abbastanza, perchè nello scorso campionato i biancorossi non erano neanche tra le prime 10 squadre della C in ordine di spesa per gli stipendi, attestandosi nella categoria tra 2 e 3 milioni di euro di ingaggi.
E anche quest’anno, nonostante certamente la promozione abbia portato all’aumento degli stipendi di alcuni dei protagonisti, le cifre non si discostano molto da quelle precedenti.
Il Mantova è infatti terzultimo in quanto a stipendi, con un monte ingaggi di 4,4 milioni di euro lordi, con solamente due realtà molto particolari come Sudtirol e Cittadella che spendono meno.
A far leggermente aumentare la spesa per gli ingaggi rispetto alla scorsa stagione ci sono gli arrivi di Mancuso e di Aramu, splendido specialista, anche per il calcio live del tiro da fuori area!
MANCUSO ED ARAMU I PIU PAGATI
Il più pagato della rosa è l’attaccante ex Monza ed Empoli, cresciuto nel vivaio del Milan, che dovrebbe guadagnare circa 800mila euro per ognuno dei due anni dell’accordo, con la possibilità di rinnovare per un terzo.
Lo segue da vicino il calciatore in prestito dal Genoa, che porta con sè il quadriennale firmato con il Grifone nel 2022 da 750mila euro a stagione. Per il resto si scende, con a chiudere il podio un altro dei nuovi arrivi, Solini, che al Como percepiva circa 400mila euro, cifra simile a quella scritta nel contratto di uno dei senatori della squadra, Sebastien De Maio.
Il difensore francese, con una lunga esperienza in Serie A tra Genoa, Fiorentina, Bologna e Udinese, è arrivato nel gennaio 2024 dal Vicenza con un contratto di sei mesi, rinnovato poi per la stagione in corso al termine della cavalcata trionfale nel campionato di Serie C.
Più giù tutti gli altri, compresi molti dei protagonisti della promozione, che non hanno ancora ottenuto rinnovi più sostanziosi.
POSSANZINI CONFERMATO IN PANCHINA
Per quanto riguarda la panchina, il Mantova ha affidato la sua rosa a Davide Possanzini nell’estate del 2023, quando il club sembrava destinato a giocare la Serie D.
E invece non solo i lombardi sono stati riammessi in C a completamento organico, ma guidati dall’ex attaccante che ha scritto la storia recente del Brescia sono addirittura andati a vincere il campionato e a ottenere la promozione diretta.
Una bella soddisfazione per il tecnico, che per un decennio era rimasto nell’ombra, prima lavorando con le giovanili al Brescia e poi facendo da secondo a Roberto De Zerbi, seguendo l’attuale allenatore del Marsiglia a Foggia, Palermo, Benevento, Sassuolo e persino nella breve parentesi ucraina allo Shakhtar Donetsk.
Poi Possanzini si è messo in proprio, prima come allenatore della Primavera del “suo” Brescia e poi come tecnico ad interim della prima squadra, esperienza però terminata con due sconfitte in altrettante. A giugno 2023 è poi arrivata la chiamata del Mantova e il resto, come si suol dire, è storia, con la scommessa del patron Piccoli che ha pagato eccome.
Il prolungamento per l’allenatore, sancito subito dopo la promozione, è conseguenza della splendida annata in C, visto che era automatico in caso di qualificazione ai play-off, figurarsi dopo aver vinto il campionato. E dire che in estate Possanzini era stato accostato anche a diverse squadre di A, che certamente avrebbero potuto pagarlo di più di quanto facciano i virgiliani.
Ma il tecnico ha voluto ripagare la fiducia del club e quindi ha deciso di affrontare la B con i biancorossi.