Quando nell’aprile 2022 sono state annunciate le nazioni candidate a ospitare Euro 2032, si è capito subito che sarebbe stata una lotta a due. Sia l’Italia che la Turchia hanno infatti presentato la loro candidatura, a cui si è aggiunta quella della Russia, che però è stata ritenuta irricevibile.

Dunque, gli scenari possibili erano un serrato ballottaggio per l’esclusiva della competizione, oppure una collaborazione per ospitare insieme i campionati europei. E alla fine è andata proprio così, con la candidatura congiunta che è stata annunciata a fine luglio 2023 e con l’ufficialità dell’assegnazione di Euro 2032 all’Italia e alla Turchia, avvenuto il 10 ottobre.

Il bonus di benvenuto di William Hill

NEL 2000 IL PRIMO EUROPEO CON DUE SEDI

Dopo Euro 2024, che si disputerà in Germania con Francia ed Inghilterra favorite per il sito scommesse calcio, sono dunque arrivate altre assegnazioni dei campionati europei a più paesi, perché anche Euro 2028 vedrà le sue gare disputarsi nel Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord, Galles) e in Irlanda.

Un trend che è cominciato nel 2000, quando a ospitare il torneo furono il Belgio e i Paesi Bassi, e che è continuato negli ultimi decenni.

Toldo abbracciato dai suoi compagni di squadra

Tra le altre edizioni organizzate da più di un paese ci sono quella del 2008, in Austria e Svizzera, e quella del 2012, che si è tenuta in Polonia e Ucraina.

Per non parlare di quella 2020, che poi si è disputata nel 2021, che per i sessant’anni della manifestazione è stata addirittura itinerante, con le partite che si sono giocate in 11 città diverse e gli Azzurri, contro ogni previsione delle quote delle scommesse, a trionfare a Wembley!

ITALIA E TURCHIA PRIME NAZIONI NON CONFINANTI

Euro 2032 da questo punto di vista presenterà una novità, perché è la prima volta che si sceglie una coppia di paesi non confinanti.

Ma proprio Euro 2020 ha convinto la UEFA della relativa facilità di spostamento che c’è tra gli stati europei e quindi la relativa lontananza non ha avuto alcun effetto sulla candidatura di Italia e Turchia.

I VANTAGGI DELL'ASSEGNAZIONE CONGIUNTA

Del resto, l’assegnazione congiunta è un meccanismo che ha i suoi pro.

Intanto, potrebbero suggerire i più cinici, porta già due nazioni organizzatrici alla fase finale invece che una sola. Ma la realtà è che in alcuni casi (e Italia e Turchia sono tra questi) una assegnazione solitaria sarebbe stata più complicata dal punto di vista della realizzazione delle opere necessarie.

Dividendo gli onori e gli oneri, la UEFA cerca di assicurarsi così che tutti i paesi coinvolti siano pronti senza dover fare troppi sforzi. E poi assegnare i tornei a più nazioni significa anche…accontentarne di più, permettendo una rotazione della competizione più rapida e più diffusa.

EURO 2032 E IL TOTO IMPIANTI PER I NOSTRI STADI 

Insomma, insieme si fa (o si dovrebbe fare…) meglio ed è quello che sperano le federazioni italiana e turca. Che però ora si trovano davanti a una scelta, che in alcuni casi rischia di essere davvero impopolare.

Quando le due nazioni hanno presentato la loro candidatura esclusiva, hanno entrambe indicato dieci stadi in cui tenere le partite della manifestazione. Ora che però si giocherà in due nazioni, ognuna dovrà indicare solo cinque impianti, escludendone di fatto altrettanti.

OLIMPICO E SAN SIRO PRONTI PER EURO 2032

Al momento di formalizzare la sua candidatura, l’Italia aveva indicato l’Olimpico di Roma, San Siro (Milano), lo Juventus Stadium (Torino), il Diego Armando Maradona (Napoli), il Luigi Ferraris (Genova), il Marcantonio Bentegodi (Verona), il Renato dall’Ara (Bologna), l’Artemio Franchi di Firenze, il San Nicola (Bari) e la Unipol Domus a Cagliari.

Allo stesso modo la Turchia aveva previsto di utilizzare tre stadi a Istanbul, più uno ciascuno ad Ankara, Bursa, Konya, Trebisonda, Antalya, Eshisehir e Gaziantep. 

La lista degli stadi deve essere comunicata a ottobre 2026 ed è già partito il…toto-impianti.

Ragionando sull’Italia, sembra quasi scontato che nella lista dei cinque ci siano l’Olimpico, San Siro, lo Juventus Stadium e il Maradona. Dunque, il rischio concreto è che rimanga un solo posto da contendersi tra tutte le altre città. In Turchia, almeno a giudicare da quello che arriva dai media locali, dovrebbero invece già avere in mente quali cinque impianti selezionare.

Una visuale panoramica dello Stadio Olimpico di Roma

A Istanbul ne dovrebbero rimanere due, lo Stadio Olimpico Atatürk da 75mila posti e il RAMS Park, ovvero quello che tutti o quasi conoscono molto meglio come Ali Sami Yen, la casa del Galatasaray.

Per gli altri tre la scelta dovrebbe ricadere sul Nuovo Stadio 19 maggio di Ankara, la cui costruzione è cominciata nel 2022, sull’Akyazı Stadium di Trebisonda con i suoi monitor interattivi e su uno stadio non in lista nella vecchia candidatura, anche questo chiamato Stadio Atatürk, che si trova nella città di Smirne, la terza del paese per popolazione. 

QUALE NAZIONALE NEL 2032?

Una volta stabiliti gli stadi e cominciata la preparazione logistica, bisognerà anche portare avanti quella…calcistica. Già, perché organizzare il torneo regala una certezza all’Italia del pallone: nel 2032 ci saremo e non ci sarà bisogno di passare per le qualificazioni.

E quindi c’è da preparare una squadra all’altezza, sperando che ospitare di nuovo una grande manifestazione dopo Italia ’90 porti al calcio italiano una ventata di ottimismo e soprattutto la capacità di riprendere in mano un discorso di programmazione che parte dalle radici, un qualcosa che al momento sembra quasi dimenticato. 

Suona difficile, forse quasi impossibile, immaginare ora una nazionale 2032, se non altro perché il calcio è pieno di giovani fenomeni che poi scompaiono, ma anche di grandi calciatori che emergono abbastanza in ritardo rispetto agli altri.

Dunque, non è detto che i più promettenti giocatori azzurri nel 2023 siano nel giro della nazionale tra poco meno di dieci anni. Ma provare a immaginare non costa nulla. Per esempio, nel 2032 Gigio Donnarumma avrà 33 anni e quindi ancora nel pieno della carriera per un portiere.

Donnarumma a Wembley!

Tra quelli nati dal 2000 in poi e in azzurro in pianta stabile ci sono Destiny Udogie, Giorgio Scalvini, Moise Kean e Giacomo Raspadori, tutti in età per una possibile convocazione nell’europeo di casa.

In Under-21 ci sono elementi promettenti come Cesare Casadei, Edoardo Bove e Fabio Miretti, a cui si vanno ad aggiungere talenti come Tommaso Baldanzi e Simone Pafundi, quest’ultimo classe 2006, che quindi nel 2032 avrà appena 26 anni. Ne avrà addirittura 24 Francesco Camarda, grande speranza del Milan e di tutto il calcio italiano, che sta già facendosi notare molto sotto età in Primavera.

Potrebbe essere lui la grande stella azzurra tra una decina d’anni. E l’allenatore? Questo è ancora più difficile da prevedere. Ma tra uno dei tecnici relativamente giovani del momento (Simone Inzaghi e Roberto De Zerbi su tutti) o addirittura qualcuno che ancora non ha appeso gli scarpini al chiodo, la scelta non dovrebbe certamente mancare….

Pansa prepara contenuti calcistici e scrive testi sullo sport italiano. Le partite iniziano da 0-0: più divertente segnare un gol in più che subirne uno in meno